Nonostante dal 1991 non si perda occasione per proclamare la morte del comunismo, i fidi propagandisti della borghesia e del mercato non risparmiano inchiostro per infangare le idee marxiste e socialiste. A questo punto viene da chiedersi il perché: se il comunismo come fenomeno è stato fallimentare, allora a cosa serve questa campagna di denigrazione a ciclo continuo? (continua la lettura). In appendice: il decreto sulla pace il decreto sulla terra il mandato contadino sulla terra la dichiarazione dei diritti dei popoli di Russia
La rivoluzione d’Ottobre: passato, presente e futuro
L’Ottobre è stata un’esperienza storica di mobilitazione politica senza precedenti per milioni e milioni di operai, contadini e soldati, e l’anno 1917 ha segnato l’inizio di una nuova epoca di liberazione sociale. di Giovanni Savino
Nonostante dal 1991 non si perda occasione per proclamare la morte del comunismo, i fidi propagandisti della borghesia e del mercato non risparmiano inchiostro per infangare le idee marxiste e socialiste. A questo punto viene da chiedersi il perché: se il comunismo come fenomeno è stato fallimentare, allora a cosa serve questa campagna di denigrazione a ciclo continuo? (continua la lettura). In appendice: il decreto sulla pace il decreto sulla terra il mandato contadino sulla terra la dichiarazione dei diritti dei popoli di Russia
Nonostante dal 1991 non si perda occasione per proclamare la morte del comunismo, i fidi propagandisti della borghesia e del mercato non risparmiano inchiostro per infangare le idee marxiste e socialiste. A questo punto viene da chiedersi il perché: se il comunismo come fenomeno è stato fallimentare, allora a cosa serve questa campagna di denigrazione a ciclo continuo? (continua la lettura). In appendice: il decreto sulla pace il decreto sulla terra il mandato contadino sulla terra la dichiarazione dei diritti dei popoli di Russia
Il primo giorno del "secolo breve"
La rivoluzione, il primo parlamento, i delegati del popolo, le parole di Kamenev e di Lenin nel racconto di Trotskij. I "dieci giorni che sconvolsero il mondo" e il più formidabile movimento della storia moderna
di Maria R. Calderoni
«Il 25 ottobre doveva aprirsi allo Smonlyj il parlamento più democratico fra tutti i parlamenti della storia mondiale. Chi sa: forse anche il piu importante». A dirlo è Lev Davidovic Trotskij nell'ultimo capitolo della sua Storia della Rivoluzione russa (Newton Compton), un capitolo di sole 30 straordinarie pagine, grande scrittura e passione politica per una testimonianza eccezionale. (continua la lettura)
di Maria R. Calderoni
«Il 25 ottobre doveva aprirsi allo Smonlyj il parlamento più democratico fra tutti i parlamenti della storia mondiale. Chi sa: forse anche il piu importante». A dirlo è Lev Davidovic Trotskij nell'ultimo capitolo della sua Storia della Rivoluzione russa (Newton Compton), un capitolo di sole 30 straordinarie pagine, grande scrittura e passione politica per una testimonianza eccezionale. (continua la lettura)
7 novembre 1917: la Rivoluzione che provò a sovvertire l'ordine delle cose
Perché a distanza di novant'anni quanto accadde fa ancora paura?
di Rina Gagliardi
Una domanda "semplice": come mai, a novant'anni di distanza, la Rivoluzione d'Ottobre continua ad essere rappresentata, a destra e a sinistra, come un misfatto della storia ? In fondo, l'Unione Sovietica non esiste più, da quasi vent'anni e il movimento comunista, nel mondo, non si aggira certo con la forza dello "spettro" di cui parlavano Marx ed Engels nel "Manifesto". (...) Appunto: perché? (continua la lettura)
di Rina Gagliardi
Una domanda "semplice": come mai, a novant'anni di distanza, la Rivoluzione d'Ottobre continua ad essere rappresentata, a destra e a sinistra, come un misfatto della storia ? In fondo, l'Unione Sovietica non esiste più, da quasi vent'anni e il movimento comunista, nel mondo, non si aggira certo con la forza dello "spettro" di cui parlavano Marx ed Engels nel "Manifesto". (...) Appunto: perché? (continua la lettura)
L'Ottobre sovietico: quando la pratica incontrò la teoria
Meriti ed errori della Rivoluzione. Senza banalizzare e senza revisionismi
di Claudio Grassi e Simone Oggionni
La notte tra il 6 e il 7 novembre del 1917 i bolscevichi occuparono le centrali del potere zarista: i ministeri, le banche, le stazioni ferroviarie, i telegrafi. La mattina seguente, mentre Kerensky era in fuga verso il fronte a bordo di un'automobile dell'ambasciata statunitense, le guardie rosse entrarono vittoriosamente nel Palazzo d'Inverno. (continua la lettura)
di Claudio Grassi e Simone Oggionni
La notte tra il 6 e il 7 novembre del 1917 i bolscevichi occuparono le centrali del potere zarista: i ministeri, le banche, le stazioni ferroviarie, i telegrafi. La mattina seguente, mentre Kerensky era in fuga verso il fronte a bordo di un'automobile dell'ambasciata statunitense, le guardie rosse entrarono vittoriosamente nel Palazzo d'Inverno. (continua la lettura)
La depressione di Vladimir Il'ich
Il XXI secolo sarebbe stato migliore senza di lui. Soprattutto la sua conclusione.
di Franco Berardi Bifo
Vi prego di domandarvi sinceramente, a proposito del 1917: ebbe ragione Lenin a precipitare la crisi russa per realizzare la sua rivoluzione contro Das Kapital, oppure avevano ragione Martov e gli altri menscevichi a respingere il soggettivismo di quella rottura? Dal punto di vista della storia del movimento operaio novecentesco, dal punto di vista dell'autonomia strategica della società dal capitale, sono convinto che il ventesimo secolo sarebbe stato un secolo migliore se Lenin non fosse esistito. Soprattutto migliore sarebbe stata la sua conclusione e la sua eredità. (continua la lettura)
di Franco Berardi Bifo
Vi prego di domandarvi sinceramente, a proposito del 1917: ebbe ragione Lenin a precipitare la crisi russa per realizzare la sua rivoluzione contro Das Kapital, oppure avevano ragione Martov e gli altri menscevichi a respingere il soggettivismo di quella rottura? Dal punto di vista della storia del movimento operaio novecentesco, dal punto di vista dell'autonomia strategica della società dal capitale, sono convinto che il ventesimo secolo sarebbe stato un secolo migliore se Lenin non fosse esistito. Soprattutto migliore sarebbe stata la sua conclusione e la sua eredità. (continua la lettura)
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